Sono trascorsi ormai quattro anni dall’entrata in vigore del GDPR, ovvero il “Regolamento Europeo sulla protezione dei dati personali”. Molte aziende in questi anni si sono dovute adattare al meglio delle loro capacità per conformarsi al nuovo regolamento che ha portato grandi cambiamenti e grandi problemi al tempo stesso. Con l’avvento del 2022 l’UE ha ufficializzato un ulteriore passo per la normativa a tutela della privacy, ovvero la messa al banda della diffusissima piattaforma Google Analytics.
Senza ulteriori indugi, vediamo il perchè di questo ulteriore cambiamento e la ratio su cui si fonda.
Google Analytics, di cosa si tratta?
Per chi non conoscesse la piattaforma Google Analytics, essa non è altro che il più grande servizio di web analytics presente sul web. Come si può intuire dal nome è un servizio offerto da Google in maniera del tutto gratuita e la sua funzione è quella di analizzare grandi quantità di dati provenienti dagli utenti che girano nel cyberweb e stilare delle vere e proprie statistiche e report sui vari visitatori di un determinato sito che adotta tale servizio.
Essendo un servizio di analisi di mercato, viene soprattutto usato per le analisi di marketing e dai webmaster per una migliore gestione delle proprie campagne pubblicitarie.
Tuttavia, essendo un gigantesco analizzatore di dati, necessita di potenti piattaforme in grado di elaborale tutte le informazioni. Tali server sono dislocati nella loro totalità negli Stati Uniti d’America, ed è proprio qui che iniziano i veri problemi.
Google Analytics e dati trasferiti negli U.S.A. senza adeguate garanzie
L’acquisizione di dati e la loro analisi non è il vero fulcro del problema, visto che come molti ben sanno, le analisi di mercato e tutti i sistemi di tracciamento sono soggette a normative ben precise tra cui quella dei Cookie, ovvero piccoli file che registrano i nostri movimenti sui vari siti web. Questi file, ampiamente normati dall’Unione Europea, possono essere limitati nella loro acquisizione di dati tramite qui menù di selezione che ci compaiono sempre quando visitiamo un sito.
Alcuni esempi sono “Accetto tutti i Cookie” e “Accetto solo i Cookie essenziali alla navigazione”.
Il vero problema, come già anticipato, è il fatto tutti i dati immagazzinati dai sistemi Google Analytics, finiscono su server situati negli U.S.A. e tale passaggio non è mai stato normato in alcun modo a causa dell’impossibilità da parte dei major di internet, tra cui Google, di porre in essere delle adeguate garanzie durante il trasferimento e durante l’analisi dei dati sul territorio statunitense.
Google Analytics 3 & 4 vs Unione Europea: andiamo nel dettaglio
Bisogna precisare che ad oggi la versione di Google Analytics è la versione 3 e a breve verrà sostituita dalla 4. Anche quest’ultima non sarà conforme?
Assolutamente no. Che sia la versione 3 (GA3) o la versione 4 (GA4), Google Analytics non è conforme al GDPR.
Pur avendo la versione 4 delle importanti aggiunte in merito alla gestione della privacy, questa strizzata di occhio nei confronti del regolamento europeo non è assolutamente sufficiente per essere ammetto nella regolarità imposta dall’UE.
Come confermato dal Garante della Privacy, l’azienda della Silicon Valley non protegge a sufficienza i dati dei cittadini dell’Unione Europea dalle invasive leggi di sorveglianza presenti sul territorio degli Stati Uniti. Proprio per questo motivo, il GDPR non può essere in alcun modo integrato da Google nei propri sistemi, visto che andrebbe contro le leggi federali del proprio paese.
C’è inoltre da evidenziare come i rapporti tra l’autorità di regolamentazione dell’Unione Europea e la società Google si fossero già incrinato quando la Corte di Giustizia Europea (CGUE) aveva invalidato il coseddetto “Privacy Shield” di Google, ovvero una manovra tentata dalla società americana per poter rendere a norma di legge i trasferimenti di dati tra Stati Uniti ed Europa. Tale incrinatura raggiunse il suo apice nel 2020 con il contenzioso dell’UE contro Google per violazione delle norme del GDPR.
Ma senza Google Analytics cosa può fare un’azienda per gestire al meglio il proprio marketing?
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